Mi chiamo Elisa, sono un’eremita spirituale.
Sono sposata, ho dei figli e un lavoro, la mia forma di eremitaggio non riguarda quindi l’isolamento fisico dalla società: si tratta di un eremitaggio interiorizzato, sono una libera cercatrice di Dio e compio il mio percorso spirituale in modo autentico, autonomo e totalmente libero rispetto ai “si deve, si dice, si fa” dettati da una qualche religione.

Un sentiero universale

Per gran parte della mia vita mi sono riconosciuta nella religione cattolica, alla quale ho aderito anche in modo attivo; il mio percorso di fede è andato avanti in questo modo fino a quando, un giorno ben preciso che non posso dimenticare, ho vissuto un’esperienza spirituale molto intensa e del tutto inattesa – di cui non scriverò perchè molto intima e personale – che mi ha fatto vedere, e soprattutto sentire, le cose in un modo abbastanza diverso: come se all’improvviso mi si fosse tolto dal cuore un velo che offuscava la vista sulla vita, ho sentito chiaro e forte quanto ciò che vi è di Grande, Infinito e Divino vada ben oltre le visioni parziali delle singole confessioni.

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In quel giorno di primavera ho avuto chiaro come tutto –  la vita, la morte, l’eternità – sia veramente semplice e consista in una sorta di  passaggio, un cambiamento di stato in un percorso di vita eterna; all’improvviso ho percepito quanto nella natura tutto sia simbolo, metafora e rappresentazione di come la morte è solo una fase dell’esistenza, che introduce a nuova vita… per comprenderlo basta osservare una foglia d’inverno che cade, marcisce, fertilizza e rigenera il terreno, offre nutrimento alla sua stessa pianta e a tante altre… mi rendo conto che tutto questo possa sembrare banale nella sua semplicità, ma quante volte transitiamo per l’esistenza senza accorgerci che tutto parla di vita eterna, di continuo cambiamento e rinnovamento?!

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L’esperienza vissuta ha reso più vero e profondo  il significato “universale” del termine “cattolico”; all’epoca ero già eremita spirituale (gli eremiti sono figure riconosciute dal Diritto Canonico e dalle diocesi; al giorno d’oggi molti sono eremiti di città, vivono quindi una forma di eremitaggio interiorizzato) e poco alla volta mi è venuto spontaneo abbandonare i vari dogmi a cui avevo aderito, e iniziare a camminare su un sentiero spirituale nuovo, sconosciuto, ma sicuramente più rispondente alla mia essenza.

Cosa credo

La mia spiritualità è piuttosto semplice:
– credo che tutto il creato partecipi ad un cammino spirituale universale nel quale, dalla più piccola formica al più importante degli uomini, passando per alberi e ruscelli, ciascun essere è chiamato a realizzare la propria vocazione unica ed irripetibile, in un percorso che dura un’eternità e durante il quale ad una sola cosa si è tenuti: non tradire la propria essenza, ma esprimerla e condividerla con amore e compassione;
– credo che ogni elemento del creato sia custode insostituibile di una scintilla divina attraverso la quale può contribuire a qualcosa di più grande, per il bene proprio e di tutte le altre creature;
– credo che tutto il creato sia abitato dal divino che anima il mondo e l’intero cosmo;
– credo che la creatività e il linguaggio simbolico siano un modo per esprimere la spiritualità ed entrare in contatto con l’anima del creato;

Siamo tutti immersi in un’immensa e santa compassione divina, se solo ce ne rendessimo maggiormente conto credo che vivremmo meglio, con meno paranoie, più serenità, meno competizioni, meno conflitti, semplicemente sereni e felici

Un nuovo nome

Quando ancora ero eremita cattolica facevo parte di un gruppo che annualmente rinnovava il voto spirituale, con una Messa dedicata, durante la quale ogni membro sceglieva un nuovo nome (che non sostituiva quello di battesimo, lo arricchiva), un po’ come fanno anche le suore nel momento della consacrazione.

Il nome è qualcosa di importante, rappresenta chi sei, dice tanto di te  e del tuo cammino;  il nome con cui avevo professato il voto da eremita era Elisa Maria della Grazia di Dio.

La grazia divina è qualcosa che ogni giorno riconosco nel creato, ma anche nella mia vita personale, eppure quel nome “Maria della Grazia di Dio” era troppo caratterizzato in senso cattolico, e così ho scelto un nuovo nome: Nuvola Rosa, Elisa Nuvola Rosa, dove Nuvola racchiude le capacità di trasformarsi, di cambiare, di donare acqua e fare ombra proprie delle nuvole, e Rosa si riferisce alla grazia divina…il rosa, insieme al verde, è il colore del chakra dl cuore, le nuvole rosa indicano cielo sereno, tramonti meravigliosi e albe bellissime: una vera immagine della splendida grazia divina!

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